logo-0@2x-200x142
titolo

Siamo Sabrina, Ludovica, Matilde, Eva Sole, Elena e Viola. Sei ragazze che hanno deciso di partecipare al progetto Prime Minister - scuola di politica per giovani donne di Asti.

L’obiettivo del percorso è la creazione di un progetto di gruppo, un’azione di cittadinanza attiva per migliorare un aspetto della realtà in cui viviamo.

Il nostro gruppo ha scelto di lavorare sul tema Sport e salute. In particolare, ci siamo focalizzate su un tema che tocca nel profondo la nostra sensibilità in quanto donne: il ciclo mestruale.
Si tratta di una questione molto discussa che, per alcune persone, rimane un tabù, mentre per altre è “la cosa più naturale del mondo”, come in effetti è.

Il nostro obiettivo è sfatare i miti e combattere i pregiudizi riguardanti il ciclo, sensibilizzando i lettori al tema e raccontando le nostre esperienze.

Ma andiamo nel vivo: vediamo se ti immedesimi nella storia di Annalisa...

Mi chiamo Annalisa, sono una giovane nuotatrice di 16 anni e, come ogni mercoledì, devo andare ad allenamento anche se oggi non è proprio giornata! Stamattina mi sento più fiacca del solito, ma so bene il perché: mi è venuto il ciclo. Inevitabilmente i crampi e le vertigini mi accompagnano tutto il giorno. Il dolore è proprio insopportabile e l’interrogazione di storia per la quale ho studiato una settimana di fila non va affatto come speravo. Come se non fosse abbastanza mi sono sentita dire dalla professoressa “che succede? La tua performance non è stata come sempre”... Chissà come mai! Dopo scuola vado a casa di Pietro, il mio ragazzo, che vedendomi un po’ nervosa aggrava la situazione dicendomi “oggi sei così scontrosa... Che hai? Il ciclo?!” Evito di rispondergli e mi affretto a dirgli che devo andare a prepararmi per l’allenamento. Non soddisfatto, rincara la dose con un’altra battutina “Vai anche oggi? Vedi di non far diventare la piscina il Mar Rosso!”... Che fidanzato simpatico che ho!

Effettivamente, però, non posso dargli torto, avrei fatto meglio a non venire a nuoto: stress alle stelle, energia pari a zero.

 A malincuore vado verso il coach e gli dico che oggi proprio non me la sento, ma la risposta è tutt’altro che incoraggiante: “Scendi in campo e smetti di lamentarti!”. Neanche spiegargli che ho dei crampi fortissimi serve a fargli cambiare idea. Anzi, mi sento dire: “Beh, anche Giulia ha il ciclo, ma continua ad allenarsi come sempre”. Ma perché non sono nata maschio?!

MA ADESSO SFATIAMO UN PO’ DI MITI...

Durante il ciclo mestruale intervengono due ormoni: estrogeni e progesterone. Il primo, che ha effetti positivi sulle performance, raggiunge l’apice durante l’ovulazione. Il secondo, che riduce il livello di estrogeni, quindi ha effetti negativi, aumenta nella seconda metà del ciclo. Entrambi gli ormoni hanno un basso livello durante i giorni delle mestruazioni, perciò in questo periodo le prestazioni sono ridotte rispetto alla fase di ovulazione.

Fonte

Una domanda rivolta il 99% delle volte a una donna che ha una reazione normale a una domanda inappropriata. Il ciclo mestruale viene utilizzato come arma contro noi donne, per sminuirci e farci sentire “pazze”, “irrazionali” o “emotive” quando semplicemente esprimiamo un’opinione non gradita dal nostro interlocutore.

I prodotti per l’igiene mestruale sono stati sottoposti ad analisi scientifiche che ne hanno testato le capacità contenitive:

  • i dischi mestruali hanno la capacità assorbente più alta, tra i 61 e gli 80 millilitr
  • le coppette assorbenti attorno ai 50 millilitri
  • tamponi (assorbenti interni) e assorbenti dai 20 ai 40 millilitri
  • mutandine assorbenti 2 millilitri

Se si vuole nuotare, l’assorbente non è sicuramente la scelta più adatta, perché assorbirebbe l’acqua. Sono però valide alternative il tampone e la coppetta.

 

Fonte

Il fatto che tutte le donne abbiano il ciclo non significa che tutte ne risentano nella stessa misura: soltanto tra il 10 e il 30% delle ragazze tra i 15 e i 25 anni non accusa dolori mestruali. Il rimanente 70-90% ne è vittima in modo più o meno acuto.

Fonte

Non siamo fiacche, né demotivate. Semplicemente, le abbondanti perdite di sangue durante il ciclo possono portare un momentaneo abbassamento del livello di ferro. Di conseguenza, stanchezza, vertigini e indolenzimento sono all’ordine del giorno nel “periodo rosso”.

Fonte

In primis io sono io e non sono tutte le donne. Anche all’alba dei tempi il ciclo era fastidioso ma le donne sono state indottrinate a non parlarne e a nasconderlo, perché veniva visto come una cosa negativa.

Dietro ognuna di queste frasi, si cela una battuta sessista, detta con la convinzione che ogni donna viva con l'ambizione di essere al centro dell'attenzione di un uomo.

Ma è davvero così?

No, ovviamente non è così!

Sono solo frasi di cattivo gusto che possono ferire la nostra sensibilità e ci demoralizzano.

Ci fanno sorridere queste "battute"? Direi proprio di no. Fanno ridere solo chi le pronuncia, mentre fanno sentire impotente chi le riceve. Ci sono tante altre battute che possiamo fare senza imbarazzare l'altro.

Se un caro amico, o un fidanzato come nella storia di Annalisa, in un clima scherzoso, fa dell’ironia inadeguata, è anche nostro compito correggerlo e spiegargli la problematicità della sua frase.

Parlo proprio con te, Pietro: era la battuta giusta nel contesto giusto? Sicuramente hai già dedotto la risposta.

Visto il rapporto affettivo che ci lega ad una persona, ci è più facile spiegare cosa ci dà fastidio e si è più disposte a chiarire tranquillamente la questione.

Ma se ci troviamo con un nostro professore, il nostro coach, il nostro datore di lavoro, o una persona con cui non abbiamo confidenza, ci sentiamo  abbastanza a nostro agio da poter reagire? Molto spesso no, quando invece è importante sollevare la questione, per riportare un clima di rispetto reciproco. Così possiamo evitare in futuro di subire altre battute di questo genere, ma soprattutto evitiamo che questo avvenga nei confronti delle nostre compagne o amiche.

Un primo passo che possiamo fare è imparare a riconoscere il contesto.

Ma come funziona il ciclo mestruale?

Nel linguaggio comune, il termine "ciclo mestruale" viene spesso utilizzato per indicare le mestruazioni. In realtà:

• Il CICLO MESTRUALE coincide con l'intervallo di tempo che intercorre tra una mestruazione e la successiva;
• Le MESTRUAZIONI consistono in una variabile e periodica perdita di sangue attraverso la vagina.

L’apparato riproduttore femminile comprende diversi organi interni: due ovaie, le tube di Falloppio e l’utero, che si collega con l’esterno attraverso la vagina. Nell’utero si trova l’endometrio, una parete mucosa che, stimolata dall’attività degli ormoni femminili (progesterone ed estrogeno) si inspessisce per prepararsi ad accogliere l’ovulo fecondato dallo spermatozoo.

Ogni volta che non rimaniamo incinta, però, l’endometrio deve essere espulso dal nostro corpo in modo tale che possa prepararsi nuovamente il mese successivo. Ecco, allora, che compaiono le perdite di sangue: il flusso mestruale non è altro che l’espulsione dell’endometrio.

A partire dalle mestruazioni, il ciclo mestruale si suddivide in tre fasi successive:

  • Fase follicolare. Il follicolo ovarico, il luogo dove si sviluppa la cellula uovo, si allarga e raggiunge il punto di maturazione cui segue l’ovulazione. Contestualmente, i livelli di ormoni estrogeni prodotti dall’ovaio aumentano progressivamente.
  • Fase di ovulazione. La cellula uovo viene rilasciata dal follicolo ovarico nella tuba di Falloppio dove rimane per circa 24 ore, è questo il momento in cui si ha maggiore probabilità di rimanere incinta. Questa fase, che si manifesta alternativamente nell’una o nell’altra ovaia, avviene circa due settimane prima delle mestruazion.
  • Fase luteinica. Il follicolo, ormai esploso, si trasforma in “luteo”, cioè una ghiandola capace di produrre progesterone. In questa fase il progesterone viene rilasciato solo nel caso in cui l’ovulo venga effettivamente fecondato, altrimenti il luteo lo assorbe nuovamente al suo interno.

La durata delle mestruazioni varia da donna a donna, alcune volte è solo di 2 giorni, altre volte arriva anche a 5 giorni o addirittura a un’intera settimana. In media, tutto il ciclo mestruale dura tra I 21 e I 35 giorni: significa che trascorre questo lasso di tempo tra il primo giorno di una mestruazione e la successiva. Un consiglio: non preoccuparti se il tuo ciclo non corrisponde a quello di tua madre, tua sorella o della tua migliore amica, ognuna ha il suo e fare paragoni non serve a nulla in questo caso.

Il ciclo mestruale nella storia

"Sai cosa abbiamo in comune con le donne dell'antichità? Anche loro, come noi, vivevano il ciclo mestruale come un tabù, qualcosa da nascondere con disagio". Molti dei miti che vogliamo sfatare hanno radici molto lontane, alcuni risalenti anche all'Antica Grecia. Credenze popolari, maledizioni e speculazioni tormentano le donne da secoli e secoli, tanto da diventare argomenti di storici e filosofi noti.

Per esempio il filosofo greco  Aristotele, sosteneva che le mestruazioni fossero un residuo di cibo che non era stato digerito a sufficienza, visto che la donna aveva meno forza vitale dell’uomo.

Per questo il sangue mestruale veniva considerato tossico e doveva espulso mensilmente.

C'erano già falsi miti sulla menopausa: infatti si credeva che le donne in menopausa, trattenendo questo sangue nel corpo potevano intossicarsi e dare segni di squilibrio, oppure infettare gli altri espellendo questi vapori tossici dagli occhi: da qui nasce il fantomatico malocchio!

Ma i falsi miti non terminano qui.

Se ci spostiamo nell'Antica Roma, secondo Plinio il Vecchio, noto autore latino del I secolo d.c, la donna, durante le mestruazioni, faceva morire la vegetazione, arrugginire i metalli, rendeva i cani rabbiosi, seccava il grano, le piante bruciavano al loro passaggio, i frutti cadevano dagli alberi e le api degli alveari morivano. Insomma, tutta colpa nostra!

Purtroppo questi falsi miti andarono avanti per tutto il Medioevo, anzi divennero un mezzo di controllo della salute pubblica, un capro espiatorio a cui dare la colpa di tutte le malattie del tempo, come la lebbra. Al tempo, come adesso, le mestruazioni divennero un mezzo di controllo, soprattutto a livello sociale.

L’esperienza di Eva Sole

Mi chiamo Eva Sole, ho diciassette anni e frequento un istituto tecnico, in cui sono una delle cinquanta studentesse femmine su più di mille alunni. Spesso mi viene chiesto perché ho scelto di frequentare una scuola a maggioranza maschile, con indirizzi tipicamente visti come cose “da uomini”.

Inizialmente avevo dei dubbi riguardo alla mia scelta, poiché ammetto che essere circondata da ragazzi per cinque anni era un pensiero che mi preoccupava. Fortunatamente invece mi sbagliavo.

In classe e a scuola mi trovo benissimo: nonostante i miei timori iniziali, ho capito che i ragazzi e le ragazze non sono poi così diversi. Il muro che viene eretto tra maschi e femmine sin da piccoli, che ci impone gusti, pensieri, emozioni e obiettivi di vita diversi in realtà non esiste. Crescendo spesso noi ragazze pensiamo al genere maschile come esseri altri, alieni che provengono da un altro pianeta, ma ho capito che non è così. Nella mia classe ci sono altre tre ragazze (e per gli standard siamo tante!) e abbiamo formato un rapporto di fratellanza con i nostri compagni.

Nonostante la mia esperienza generalmente positiva, non nego di aver ricevuto battutine come: “Perché ti comporti così? Hai mica le tue cose? Sai, per sapere, così mettiamo il cartello PERICOLO”. Le prime volte che è successo mi ha infastidita molto. Poi però ho capito che queste affermazioni fastidiose arrivano da una curiosità, da un bisogno di capire meglio e di smorzare l’imbarazzo che provano. Come succede per noi, anche i ragazzi vedono le ragazze come qualcosa di alieno: per loro siamo un grande punto interrogativo.

Nonostante mi sentissi in imbarazzo, cercavo quindi di spiegare cosa volesse dire avere il ciclo, il che non è affatto semplice. Spesso non trovavo le parole giuste o avevo paura che non mi capissero.

L’idea del nostro progetto nasce proprio da questo: diminuire il gap informativo che le persone, non solo ma soprattutto gli uomini, hanno sul discorso della salute femminile. Tutto questo attraverso un dialogo che si prende ironicamente gioco degli stereotipi e dei pregiudizi.

La nostra iniziativa può essere utile ai miei compagni di classe e alla mia scuola, perché potrebbe avvicinarsi all'argomento in un modo diverso da quello a cui sono abituati. L’obiettivo è rendere ragazze e ragazzi meno distanti, perché non siamo alieni provenienti da un altro pianeta ma tutti cittadini di questo mondo.

L’esperienza di Viola

Credo che a tutte noi ragazze sia capitato, soprattutto quando eravamo più piccole, di sentirci a disagio o di vergognarci del nostro ciclo.

Per esempio mi ricordo di un episodio avvenuto quando avevo circa 12 anni e facevo la seconda media. Nelle ore di motoria la mia classe ed io frequentavamo dei corsi di nuoto e le persone “a riposo” stavano sugli spalti con la professoressa. La mattina della prima lezione, prima di uscire per andare a scuola, mi sono accorta che mi era venuto il ciclo e ho pregato, piangendo, i miei genitori di venirmi a prendere due ore prima, non perché stessi particolarmente male ma perché mi vergognavo troppo del mio ciclo, come se fosse qualcosa da nascondere.

So che molto ragazze non avrebbero reagito come me e ripensandoci so che la mia reazione è stata molto esagerata. Ora che sono cresciuta non mi comporterei così, ma credo che in tante ci siamo trovate in una situazione simile, perché l'informazione intorno al ciclo è veramente ancora poca e molto spesso le mestruazioni sono viste come qualcosa di cui non si deve parlare e di cui le ragazze si devono vergognare.

Nella mia famiglia, adesso, parlo tranquillamente del mio ciclo, anche in presenza di mio fratello, ma quando avevo 12 anni per me era molto difficile accettare questo nuovo modo di vivere il mio corpo.

Add New Playlist