Il futuro è ciò che facciamo ora

Il futuro è ciò che facciamo ora. E noi proviamo con i giovani a fare qualcosa di meglio. Stiamo infatti lavorando su diversi progetti. Alcuni, solo in apparenza, guardano al passato. Altri sono decisamente proiettati verso il domani. Uno si intitola “Prime Minister” ed è una vera e propria scuola di politica, ma politica quella vera, alta, scritta con la P maiuscola, come si suol dire. È un progetto tutto al femminile che siamo orgogliosi di condividere con un bel numero di realtà simili alla nostra sparse per l’Italia. Si tratta di incontri tra giovani studentesse e donne in carriera che raccontano il loro percorsi di studio e di lavoro. È un bel modo per stimolare il confronto, per aiutare a superare timori e acquisire consapevolezza, accantonare paure, superare blocchi, crescere la sicurezza in sé stesse.

L’altro progetto, vera novità, si intitola “Terra domani” con il sottotitolo impegnativo chiuso in un hashtag: #scuola_per_lo_sviluppo.

Partirà venerdì 20 ottobre con un big come ospite: Carlo Pertrini che ci racconterà il suo ultimo libro e le sue idee di sviluppo sostenibile in un contesto di rispetto per il creato secondo i reiterati appelli di Francesco. Con “Terra domani” partiamo da temi legati alla “bioeconomia”. Guardando a tante piccole esperienze in cerca di stimoli e fiducia.

Sarà per noi Fondazione Giovanni Goria l’occasione per rinsaldare rapporti di collaborazione con soggetti di grande prestigio, come il Dipartimento di Management “Valter Cantino” dell’Università degli Studi di Torino, Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, Crea, Cia e Confagricoltura, grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Guardiamo avanti puntando su giovani e formazione, in modo pragmatico, come avrebbe detto Gianni Goria, ma anche con un pizzico di fantasia, che non guasta.

Dieci anni fa per lo sviluppo anticipavamo il concetto di “maestro di territorio” come manager-umanista. Ora che l’intelligenza artificiale è realtà i sociologi dicono che quella in cui stiamo entrando sarà “la stagione del cuore”, se sapremo conservare all’uomo un ruolo centrale e decisivo rispetto allo strapotere di tecnologia ed algoritmi.

Carlo Cerrato