L’Archivio storico della Cassa di Risparmio di Asti e fondi aggregati (1730-1988)

L’ Archivio storico della Cassa di Risparmio di Asti e fondi aggregati (1730-1988)

L’archivio storico della Cassa di risparmio di Asti si presenta come un complesso articolato di carteche riflette le molteplici funzioni che nel tempo l’istituto ha assunto, incrementato, dismesso. Ciòèampiamente documentato sia attraverso le carte del fondo principale (Cassa di risparmio di Asti,1846-1988), sia attraverso la documentazione dei fondi aggregati: il Monte di pietà di Asti (1730-1983), la Banca agricola commerciale di Moncalvo (1923-1950), la Banca astese (1925-1937), la Banca agraria Bruno & C. (1925-1978), la Banca popolare cooperativa di Bubbio (1930-1938), ilPiccolo credito agrario di Castelnuovo Belbo (1931-1946).
Le carte che fanno parte dell’archivio storico della Cassa sono in primo luogo di natura contabile e amministrativa; ciononostante una significativa parte del fondo è rappresentata da alcune tipologie documentarie che consentono di considerare il ricchissimo corpus pervenuto alla Fondazione Goria non solo la base per la ricostruzione della memoria e dell’identità della banca, ma anche una fonte importante per la storia sociale, politica ed economica del territorio.

La pubblicazione dell’inventario da parte della Fondazione Goria (2015) ambisce pertanto non solo a riproporre la rappresentazione analitica dell’archivio storico della Cassadi risparmio di Asti e dei suoi fondi, ma anche ad andare oltre la funzione di strumento di corredoarchivistico per venire incontro a finalità più ampie e orientare un più vasto pubblico di lettori interessati ad approfondire la sedimentazione della memoria della Cassa attraverso le sua carte. Per questomotivo un significativo spazio è lasciato ai saggi di approfondimento storico, politico, sociale ed economico che precedono l’inventario: sulle casse di risparmio in Piemonte (Bermond); sulla tradizione dei “Lombardi”, i prestatori-operatori economici astigiani nel Medioevo (Pia); sulla realtà delle casse rurali nei primi decenni del secolo scorso (Forno); sulle radici etiche del credito (Remotti); sul riordino dell’archivio della Cassa di Risparmio diAsti nell’ambito degli interventi sugli archivi bancari nel panorama nazionalee regionale (Brunetti); infine, sull’importantissimo ruolo svolto dagli istituti culturali italiani per la conservazione e la trasmissione della memoria (Nardelli).
L’inventario intende infine rappresentare un contributo al processo di valorizzazione del patrimonio archivistico della Cassa e un’occasione perconservare l’identità e la memoria storica dell’istituto, insieme a quella della suacittà: anche per questo è grande la soddisfazione della Fondazione per avervi preso parte.

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