Un secolo di modificazioni

Un secolo di modificazioni del paesaggio e del territorio vitivinicolo del Monferrato Astigiano

Grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo la Fondazione Giovanni Goria ha potuto realizzare questo ambizioso progetto di ricerca attraverso le immagini.

È stato il primo tentativo di una lettura visiva operata sul territorio del Monferrato Astigiano, mettendo a confronto immagini di un secolo fa e immagini realizzate oggi.

L’operazione ha permesso di analizzare e di percepire visivamente la trasformazione del paesaggio e dei territori vitivinicoli avvenuta nel corso degli ultimi cento anni.
È stata infatti realizzata, per la prima volta, un’indagine per immagini sulle modificazioni del paesaggio vitivinicolo e non dell’area oggetto del progetto. Conoscere e analizzare le caratteristiche di un territorio è il primo passo per valorizzare ogni suo aspetto e per incentivarne lo sviluppo economico, sociale e culturale. La profonda conoscenza e l’analisi di un territorio è il primo passo per valorizzarne ogni suo aspetto, ed è il primo stimolo utile al suo sviluppo economico, sociale e culturale.

Partendo da questa riflessione, la Fondazione Giovanni Goria, da sempre attenta alle tematiche socioeconomiche connesse al territorio, ha individuato nel fotografo Secondo Pia, avvocato astigiano poco ricordato dalla comunità locale, un interessante punto di partenza per un progetto che, nel corso dei mesi, è diventato di più ampio respiro.

Il progetto ha realizzato una serie di campagne fotografiche relative al Monferrato Astigiano già rappresentato nelle immagini da Secondo Pia, cercando di mantenere le stesse inquadrature e la stessa angolazione di ripresa laddove possibile.

A distanza di circa 100 anni è stato quindi creato un documento visivo relativo al cambiamento del territorio.

La ricerca per immagini ha seguito questi tre filoni principali:

  1. aree paesaggistiche e a basso livello di antropizzazione (dorsali delle colline, ampie panoramiche, aree coltivate a bassa presenza abitativa, insieme di valli dove è minimamente percepibile la presenza dell’insediamento umano);
  2. aree a più alta densità di intervento umano, ovvero le residenze e i manufatti storici inseriti nel loro contesto urbanistico (chiese e piazze, piccoli borghi, frazioni e centri abitati, etc);
  3. attività produttive dismesse realizzate in questi territori nella seconda metà del Novecento (cantine sociali, fornaci, capannoni, piccole attività artigianali e produttive, etc).

I materiali realizzati hanno dato origine a un archivio documentale fotografico, una raccolta di immagini che è diventata un valido supporto per la conoscenza, lo studio e la storicizzazione del paesaggio.

Uno studio che, accompagnato da approfondimenti di carattere storico, paesaggistico e socioeconomico, ha portato alla realizzazione di una mostra, in due sezioni e di due volumi:

  • Secondo sguardo – Asti, Monferrato e Langhe da Secondo Pia ad oggi’ con fotografie di Franco Rabino e contributi di Carlo Cerrato e Franco Correggia;
  • Frammenti di utopia – Cantine Sociali nell’Astigiano, segni di stagioni controverse’ con fotografie di Pierluigi Fresia e contributi di Carlo Cerrato, Vittorio Ravizza, Mario Renosio e Luigi Varbella.

Le immagini delle attività produttive dismesse del territorio oggetto del progetto hanno permesso inoltre di individuare un filone di studio specifico, quello delle cantine sociali. Punto di partenza per l’analisi di questo fenomeno che ha caratterizzato l’area del Monferrato Astigiano a partire dai primi decenni del Novecento è stato lo studio ‘Aspetti e dimensioni del problema delle cantine sociali astigiane’ realizzato nel 1969 da Gianni Goria, allora giovane ricercatore presso l’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Asti. Documento oramai quasi introvabile che, grazie a questo progetto, è stato ripubblicato in copia anastatica.

Una cornice d’eccezione quella che ha ospitato le immagini del progetto.

L’Ex Chiesa del Gesù, sita nel complesso del Michelerio di Asti, parte integrante del Museo Paleontologico ha visto l’allestimento delle opere di Franco Rabino e di Pierluigi Fresia.

Due le sezioni, trait d’union il nostro territorio.
Da un lato ‘Secondo sguardo – Asti, Monferrato e Langhe da Secondo Pia ad oggi’. Dall’altro, ‘Frammenti di utopia – Cantine Sociali nell’Astigiano, segni di stagioni controverse’ è stata affidata invece al fotografo Pierluigi Fresia che ha iniziato la sua scoperta del territorio partendo dall’elenco delle Cantine Sociali presenti nello studio di Gianni Goria del 1969.

 

 

L’inaugurazione è avvenuta venerdì 22 febbraio 2019 alla presenza del Sindaco di Asti e dell’Amministrazione Comunale e di tutte le massime autorità della Città. Presenti i rappresentanti dei maggiori enti di ricerca e studio cittadini oltre a giornalisti, studiosi e semplici curiosi.

Le mostre sono state concepite come itineranti, per andare a toccare le diverse realtà che sono state protagoniste del progetto e per raggiungere un pubblico il più vasto possibile

Ad oggi le mostre sono state allestite e visitate da un vasto pubblico a:

  • Frinco – Nell’agosto 2019, dal 16 al 25, è stata allestita, nella Sala Consiliare del Comune di Frinco la mostraSecondo sguardo – Asti, Monferrato e Langhe da Secondo Pia ad oggi’. Al piano terra invece una selezione delle immagini ‘Frammenti di utopia’.
  • Moncalvo – Cantina Sociale ‘Sette Colli’. Il 29 novembre 2019 è stata inaugurata, nei locali della cantina, la mostra ‘Frammenti di utopia’. Nell’occasione è stato realizzato un convegno per discutere, a cinquant’anni di distanza dall’uscita della ricerca ‘Aspetti e dimensioni delle cantine sociali astigiane’ della situazione attuale del fenomeno delle cantine sociali e di quale potrà essere il loro sviluppo nel futuro. In primavera, sempre qui, sarà allestita la mostra ‘Secondo Sguardo’ e sarà realizzato un momento di studio sul cambiamento del paesaggio, con particolare attenzione al mondo vitivinicolo.
  • In attesa di essere calendarizzate, le mostre saranno allestite nei paesi di Barolo, Mombercelli e Portacomaro.

 

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