Nel 2016 la Fondazione Giovanni Goria ha avviato il progetto “Archivi della politica in Piemonte” con lo scopo di realizzare un censimento degli archivi politici presenti sul territorio, dando conto dell’esistenza di fondi sia di partiti e di movimenti, sia di personalità. Un quadro unitario sul piano regionale che rispondeva alla necessità di dare forma a un panorama frastagliato e in gran parte disomogeneo di aggregazioni documentarie dislocate in diversi istituti di conservazione e presso privati, proponendosi un duplice obiettivo: da un lato, valorizzare e presentare un quadro organico delle fonti documentarie relative ai partiti e ai movimenti politici presenti sul territorio regionale; dall’altro, testimoniare e far emergere la ricchezza di questa parte del patrimonio archivistico piemontese, preservandone dall’oblio la memoria dispersa.
La prima fase dell’indagine è stata condotta dalla Fondazione grazie al sostegno della Regione Piemonte, e ha riguardato le provincie di Asti e Torino. Negli anni successivi (2017-2019), grazie a una convenzione di ricerca scientifica e a un affidamento diretto della Direzione Generale Archivi presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il progetto è potuto proseguire per completare la ricerca su tutto il territorio piemontese, individuare archivi non ancora segnalati alla comunità degli studiosi, in particolare fondi personali, e inserire nel portale ministeriale Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche (SIUSA) tutte le schede di rilevazione prodotte. Il risultato è un quadro piuttosto cospicuo di documentazione, pari a 276 complessi archivistici, per un arco cronologico che va dagli anni ’20 alla fine del secolo scorso. Sebbene infatti la ricerca si sia concentrata in massima parte sui partiti e sulle figure legate all’Italia repubblicana (dal 1946 ad oggi), sono stati inclusi, laddove rinvenuti, i riferimenti a partiti e movimenti anche precedenti – è il caso dei documenti relativi al Partito d’Azione e di alcuni fondi personali che conservano documentazione politica risalente all’inizio del ‘900. Il censimento ha consentito di rinvenire le carte prodotte dagli organismi locali di alcuni dei partiti maggiormente rappresentativi della storia dell’Italia repubblicana (Democrazia cristiana, Partito comunista italiano, Partito socialista italiano, Partito liberale italiano), della sinistra e dell’estrema sinistra (Partito socialista italiano di unità proletaria, Democrazia proletaria, Partito di unità proletaria), di movimenti, organizzazioni e gruppi soprattutto della sinistra extraparlamentare.
Numerosi ed eterogenei per tipologia di soggetto produttore sono risultati i fondi personali: amministratori, dirigenti, deputati, militanti, personaggi di spicco di partiti con incarichi locali e nazionali che spesso conservavano tra le loro carte porzioni significative di documentazione relativa alla loro attività politica. Molteplici e numerosi sono stati altresì i soggetti coinvolti nel censimento, sia perché luoghi di conservazione della documentazione, sia perché fondamentali per delineare possibili direzioni di ricerca: istituti storici della Resistenza, archivi di stato, archivi storici comunali, biblioteche, sedi di partito, centri studi che si occupano di storia politica del secolo scorso. Sono stati presi in esame nuclei documentari (complessi di fondi, sezioni, fondi, serie e unità archivistiche) ricoverati in diversi enti in massima parte privati, a conferma che risultano essere proprio fondazioni, centri di documentazione e istituti privati a gestire questa documentazione, esempio di quella “frantumazione della conservazione” che ha particolarmente caratterizzato gli archivi della politica in Italia.